Ha indispettito parecchi medici di famiglia la circolare con cui una decina di giorni fa l'Inps ha comunicato di aver predisposto un software gratuito che, scaricato e installato sul computer, consente la trasmissione dei certificati di malattia anche nelle zone non coperta dall'adsl. Per due motivi: primo, nel documento si fa menzione soltanto dei generalisti, come se l'onere della certificazione spettasse ormai soltanto a loro o non esistessero ospedali privi di banda larga; secondo, il software dell'Inps funziona soltanto se utilizzato in accoppiata a una chiavetta Internet Usb (nel linguaggio tecnico, una pen-drive con modem Gsm), chiavetta che l'Inps non fornisce gratuitamente e quindi spetta al medico mettere, pagando di tasca propria. Troppo perché qualcuno non perdesse la pazienza. E infatti l'altro ieri è partita dalla Fimmg una lettera indirizzata ai dicasteri di Salute, Lavoro e Pubblica amministrazione, nella quale si chiede di accelerare l'avvio del tavolo tecnico-sindacale previsto dalla terza circolare Brunetta. «Sia tale tavolo a definire tempi, modalità e sviluppi del sistema» scrive nella lettera il segretario nazionale del sindacato, Giacomo Milillo (foto) «perché crediamo che debba essere offerta ai medici un'informazione univoca su tutti i passaggi del processo di innovazione relativo alla certificazione di malattia. Nell'attesa, la Fimmg considererà non obbligatorie tutte le ulteriori azioni non condivise».
«A questo tavolo» aggiunge per Doctornews Fiorenzo Corti, responsabile dei rapporti con la stampa della Federazione «ribadiremo che per noi la certificazione prevede solo due opzioni: on line quando possibile o su carta. E non accettiamo deroghe al principio, già sancito, che pone a carico delle strutture pubbliche la fornitura delle dotazioni strumentali per l'invio».